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C'era una volta il Partito socialista italiano

Da: Nenni
Date: 19/07/2004
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PARTITO SOCIALISTA ITALIANO Era il più vecchio partito italiano. Per quanto riguarda la sua struttura, gli organi centrali sono: segretario, vice segretario, Direzione, Comitato centrale, eletto quest'ultimo dal Congresso Nazionale. Gli organi periferici si distinguevano in Federazioni e Sezioni. Fondato a Genova nel 1892 come Partito del Lavoratori Italiani prese il nome di Partito Socialista Italiano l'anno successivo. L'organo ufficiale del PSI era il quotidiano «Avanti!». Il PSI di Nenni e Turati Costituito dalla fusione dei vari circoli socialisti e operai organizzati su scala locale, il PSI manifestò sin dal suo congresso costitutivo una scarsa coesione interna, data la presenza di correnti sia riformiste sia rivoluzionarie. Dilaniato dalle lotte interne, il partito cominciò a frantumarsi e nel 1921 perse l'ala rivoluzionaria che fondo' il Partito Comunista d'Italia. Un anno dopo si distaccò anche la corrente riformista, che diede vita al Partito Socialista Unitario in alternativa ad un PSI all'epoca massimalista e poi filo-comunista. Nel Congresso di Parigi del 1930 i due tronconi principali, guidati rispettivamente da Filippo Turati e da Pietro Nenni, giungevano alla riunificazione e nelle prime elezioni del dopoguerra il partito denominato "Partito Socialista Italiano di unita' proletaria" si affermava, con quasi cinque milioni di voti, come lo schieramento più forte dopo la Democrazia Cristiana. La scissione e il sorgere di due nuovi partiti: il PSI ed il PSLI. Nel gennaio 1947 a Roma, il PSIUP si divideva nuovamente in due tronconi: Partito Socialista Italiano e Partito Socialista dei Lavoratori Italiani (PSLI). Nel PSI rimaneva l'ala filo-comunista con la guida di Pietro Nenni, che proseguì nella linea di unità di azione con il Partito Comunista Italiano. Tale linea, che portò alla costituzione del «Fronte Popolare» cioe' comunisti e socialisti uniti alla fine del 1947, si concluse però con il disastro elettorale del 1948 sconfitti dai democristiani di De Gasperi. Il PSLI nel 1951 si fondeva con il PSU di Matteo Matteotti e assumeva la denominazione di Partito Socialista Democratico Italiano. L'orientamento in senso governativo, maturato sul finire degli anni Cinquanta, caratterizzato dalle prime aperture verso la DC, portò all'adesione al primo governo di centro-sinistra. La denuncia, durante il XX congresso del Partito Comunista dell'Unione Sovietica, dei crimini commessi da Stalin e le vicende ungheresi del 1956 causarono la rottura dei legami del PSI con il PCI, che al contrario non aveva condannato gli interventi militari sovietici. Attorno alla metà degli anni Settanta il PSI incontrò gravi difficoltà. In quegli anni, nel tentativo di ricreare una alleanza con il PCI, presentando una proposta di governo che comprendesse anche i comunisti, il PSI si vide ripagare la sua linea politica con un insuccesso elettorale. Da quel momento la guida del partito passò da Francesco De Martino a Bettino Craxi (dell'ala autonomista di Nenni) e Claudio Signorile (della sinistra interna). La politica di Bettino Craxi Craxi perseguì una politica di intransigente autonomia nei confronti del Partito Comunista Italiano e della Democrazia Cristiana. La nuova linea autonomista del PSI veniva confermata anche nel Congresso di Torino del 1978, in cui si optava per una linea socialista riformista occidentale distinda dai comunisti e dal sistema comunista sovietico. La teoria di Craxi era che il PSI doveva essere una moderna forza socialdemocratica europea e occidentale e mirare alla riforma del sistema capitalista senza per questo chiedere la sua distruzione. La politica di Craxi avvicino' il PSI agli altri partiti socialdemocratici europei ed alla Internazionale socialista con una pesante critica alla esperienza del comunismo come sistema politico-economico in URSS e negli altri stati del blocco comunista dell'est. Nello statuto del PSI entrava dunque il socialismo liberale. Nello stesso anno veniva eletto presidente della Repubblica il socialista Sandro Pertini (PSI) il quale avrebbe incoraggiato in seguito il diretto coinvolgimento del PSI negli affari di governo insieme ai democristiani. Nel 1980 infatti il PSI entrava a far parte del governo del democristiano Cossiga. Il ruolo determinante del Partito Socialista Italiano nel garantire la governabilità, nonostante il suo peso elettorale relativamente modesto, consentiva la nomina, nell'agosto del 1983, di Craxi a presidente del Consiglio (primo socialista alla guida di un governo della Repubblica). Con Craxi alla guida il governo (PSI PSDI PRI PLI DC) acquisiva maggiore stabilità, conseguendo ottimi risultati in campo economico e finanziario e maggiore prestigio internazionale. Grazie all'effetto Craxi, il Partito Socialista Italiano otteneva con le elezioni del 1987 il 14,3%, una delle più alte percentuali di voti mai ottenute. Nello stesso anno tuttavia Craxi, in base al cosiddetto accordo della "staffetta", doveva cedere nuovamente la presidenza del consiglio alla Democrazia Cristiana. Il Partito Socialista Italiano garantiva comunque il suo appoggio ai successivi governi a guida democristiana, finendo però per smarrire la sua vena riformatrice e l'originalità della sua azione politica. Il trend positivo veniva interrotto dalle consultazioni politiche del 1992, le quali registravano una lieve flessione dei socialisti. A determinare questa inversione di tendenza erano soprattutto i numerosi casi di esponenti del PSI coinvolti nell'inchiesta "mani pulite" avviata dai giudici milanesi. Alla fine dell'anno lo stesso Bettino Craxi veniva raggiunto da avviso di garanzia per corruzione. Il clamoroso avvenimento metteva in discussione la segreteria del PSI, già provata dalle polemiche fra la corrente maggioritaria di Craxi e la minoranza riformista capeggiata da Claudio Martelli. Le dimissioni di Craxi giungevano nel febbraio del 1993: al suo posto veniva eletto segretario del PSI il sindacalista Giorgio Benvenuto. L'incarico di Benvenuto durava però solo cento giorni, al termine dei quali rassegnava le dimissioni e veniva sostituito da Ottaviano Del Turco. Le vicende giudiziarie e umane di Bettino Craxi, riparato in Tunisia, dove si è spento dopo una lunga malattia, sono storia recente e, comunque le si voglia giudicare, rappresentano una delle pagine più terribili della storia della Repubblica italiana. Alle elezioni politiche del 1994 presentatosi all'interno della coalizione Progressista, subiva una pesante sconfitta raggiungendo il PSI solo il 2% dei consensi. Nel novembre del 1994 il Partito più antico d'Italia si scioglieva dando vita a due nuove formazioni: i Socialisti Italiani e il Partito Socialista Riformista. Oggi gli eredi del PSI sono ancora divisi. I Socialisti Democratici Italiani, guidati da Enrico Boselli fanno parte del Centro-Sinistra. Il Partito Socialista Nuovo PSI di Bobo Craxi, figlio di Bettino, è collocato invece al centro ma alleato di Berlusconi. Per questo serve UNITA' SOCIALISTA. Per unire i socialisti in una posizione di sinistra e per proporre la fondazione di un partito socialista riformista unitario e di sinistra.


Aggiornato il: 19 agosto 2004

 

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